Il Parque Nacional los Cardones è un gioiello naturale nel cuore della provincia di Salta, Argentina, celebre per i suoi paesaggi desertici punteggiati da cactus giganti e per la sua biodiversità andina. Fondato nel 1996, è oggi una meta imperdibile per chi ama la natura, la geologia e la cultura ancestrale.
Dove si trova
Il Parque Nacional los Cardones si estende per circa 650 km² nel nord-ovest dell’Argentina, nella provincia di Salta, tra i dipartimenti di San Carlos e Cachi. Si trova lungo la Ruta Nacional 40, nei pressi della cittadina di Payogasta, a un’altitudine compresa tra i 2.700 e i 5.000 metri.
Come arrivarci
- In auto: da Salta città, si percorre la Ruta Provincial 33 attraverso la spettacolare Cuesta del Obispo, un percorso panoramico che attraversa valli e canyon.
- In bus o tour organizzato: diverse agenzie locali offrono escursioni giornaliere da Salta o Cachi, con tappe intermedie come la Piedra del Molino e la Recta del Tin Tin, una strada perfettamente rettilinea che attraversa il parco.
Dove alloggiare
Il parco non dispone di strutture ricettive interne, ma si può pernottare nei dintorni:
- Cachi: pittoresco villaggio coloniale con hotel, B&B e ristoranti tipici.
- Salta: città più grande e ben collegata, ideale per chi cerca comfort e servizi.
- Payogasta: punto di accesso diretto al parco, con opzioni più rustiche e autentiche.
Cosa vedere e fare
- Recta del Tin Tin: Una strada perfettamente rettilinea che attraversa una distesa di cardón grande, i cactus colonnari che danno il nome al parco. Questo tratto, lungo circa 10 km, segue un antico cammino incaico e offre una vista spettacolare sul paesaggio desertico punteggiato da migliaia di cactus, alcuni alti fino a 10 metri. È uno dei punti più fotografati e simbolici del parco.
- Valle Encantado: Un’area misteriosa e affascinante, caratterizzata da formazioni rocciose scolpite dal vento e da fossili marini che testimoniano l’antica presenza dell’oceano in questa regione andina. Il nome “Valle Incantato” non è casuale: il silenzio, le forme surreali e la luce che cambia durante il giorno creano un’atmosfera quasi magica. Perfetta per escursioni e trekking geologico.
- Ojo de Cóndor: Un punto panoramico privilegiato per osservare il maestoso condor andino in volo. Situato in una zona elevata del parco, questo “occhio del condor” permette di ammirare il paesaggio sottostante e, con un po’ di fortuna, vedere uno dei rapaci più grandi del mondo librarsi tra le correnti ascensionali. Un’esperienza emozionante e spirituale..
- Piedra del Molino: Il punto più alto della Cuesta del Obispo, a oltre 3.300 metri di altitudine. Qui si trova una pietra cilindrica che ricorda una macina, da cui il nome. Il panorama è mozzafiato: si domina la valle sottostante e si percepisce la vastità degli altipiani andini. È anche una tappa simbolica per acclimatarsi prima di proseguire verso il parco.
- Laguna El Hervidero: Un’oasi d’alta quota che ospita una biodiversità sorprendente, tra cui uccelli migratori, anfibi e piante adattate alle condizioni estreme. Il nome “El Hervidero” richiama l’effetto visivo delle acque che sembrano ribollire sotto il sole. È un luogo ideale per osservare la fauna e per riflettere sulla resilienza della vita in ambienti ostili.
- Camino del Pasado: Un sentiero interpretativo che racconta la storia geologica e culturale della regione. Attraverso pannelli, reperti e punti di osservazione, il visitatore può ripercorrere milioni di anni di trasformazioni naturali e scoprire le tracce lasciate dalle popolazioni precolombiane. Un percorso educativo e coinvolgente, adatto anche a progetti scolastici e visite guidate.
Consigli utili
- Altitudine: il parco si trova in alta quota, quindi è consigliabile acclimatarsi e portare acqua, protezione solare e abbigliamento a strati.
- Periodo migliore: da aprile a novembre, quando il clima è più secco e le temperature più miti.
- Accessibilità: alcune aree sono raggiungibili solo con veicoli 4×4; verifica le condizioni stradali prima di partire.
- Ingresso gratuito: come molti parchi argentini, l’accesso è libero, ma è importante rispettare le regole ambientali.
Curiosità
- Il nome “Los Cardones” deriva dai cactus colonnari che dominano il paesaggio, alcuni dei quali possono superare i 10 metri di altezza.
- Il parco ospita tracce fossili di dinosauri e resti di antichi animali estinti.
- È uno dei pochi luoghi dove si può osservare il condor andino in libertà, simbolo sacro per le popolazioni indigene.
- La zona è legata al culto di Pachamama, la Madre Terra, ancora oggi celebrata con rituali tradizionali.